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Franco Simongini (Roma 1932-1994), poeta, scrittore e regista, ha inventato un nuovo genere di documentario d'arte che coinvolge gli spettatori nell'assistere alla nascita di un'opera d'arte, come se fosse un evento di cronaca o sportivo raccontato in diretta. Simongini ha saputo collegare il linguaggio cinematografico, fondato sul montaggio, con quello del piccolo schermo, basato sulla diretta televisiva. Ciò che però univa la sua attività poetica alla documentaristica d'arte era la ferma convinzione che l'occhio del poeta e quello del regista coincidono, col fine di svelare gli aspetti inattesi e spesso straordinari di una realtà che si presenta priva di schemi preordinati o di pregiudizi, come suggerivano nel secondo dopoguerra le pellicole di De Sica, Zavattini e Rossellini. [...] Simongini aveva compreso che non solo la realtà ma anche l'arte doveva essere colta direttamente, secondo la specificità del medium televisivo, senza intervenire con eccessive modificazioni del montaggio o particolari angolazioni di ripresa.